Il 2022 ha registrato complessivamente oltre 83 mila procedure di insolvenza in Italia per una debitoria complessiva di circa €12 miliardi con un trend crescente iniziato nel 2021.
Le misure di sostegno governative per la pandemia hanno fortemente supportato le imprese nel biennio 2020-2021 e stanno graduamente volgendo al termine in uno scenario macroeconomico e geopolitico che presenta importanti sfide per le aziende italiane.
Il Nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza e strumenti di recente introduzione normativa come la Composizione Negoziata sono incentrati sul razionale di fondo di salvaguardare la continuità aziendale e conservare i valori dell’impresa. Tuttavia l’impatto degli aggiornamenti normativi e degli strumenti introdotti appare ancora limitato, in alcuni casi di parziale applicazione e mitigato dal poco tempo ancora intercorso dalla loro introduzione.
In tale contesto, per far fronte alle sfide quotidiane, le aziende stanno ponendo sempre maggior attenzione ad azioni di efficientamento, alla propria struttura patrimoniale e finanziaria e alla digitalizzazione con l’obiettivo di farsi trovare pronte al cambiamento e alla transizione tecnologica.
Gli investitori focalizzati in special situations stanno gradualmente spostando il loro focus da aziende in situazioni di distress conclamato a aziende in bonis che hanno necessità di un supporto finanziario per traghettare il proprio processo di turnaround aziendale e recupero delle performance storiche.
Quali prospetive per il 2023? Si attende un 2023 caratterizzato da un perdurare del trend di crescita del numero di insolvenze, parzialmente compensato da un recupero atteso dei settori più impattati dalla pandemia e dal contesto macroeconomico, dove le aziende più virtuose potranno sfruttare un più favorevole contesto competitivo.