Nazionalizzazioni in Russia:
una problematica nuova per le aziende
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François DelteilDirettore Political Risks |
A seguito dell’invasione dell’Ucraina, l’Unione Europea ha adottato pesanti sanzioni economiche contro la Russia.
Nel contesto di tali misure e sotto la spinta dell’opinione pubblica, le multinazionali occidentali hanno dovuto scegliere se restare e continuare a fare affari nel Paese oppure lasciarlo.
Le aziende che hanno continuato a operare in Russia non hanno visto violati i loro diritti di proprietà. I gruppi che hanno invece scelto di abbandonare il Paese hanno subito la confisca dei beni, in alcuni casi nonostante stessero trattando il trasferimento delle loro quote a partner locali non colpiti dalle sanzioni europee. Altre multinazionali hanno negoziato direttamente con le autorità pubbliche (e.g. Renault ha ceduto il 100% delle azioni di Renault Russia e il 67,69% delle partecipazioni in Avtovaz a enti pubblici nazionali) subendo perdite significative a seguito di vendite per “un rublo simbolico” e soggette a tassazione, ma non sono state espropriate.
I casi più emblematici registrati in passato rispondevano a logiche differenti:
Fino ad oggi, le aziende hanno analizzato i rischi per i loro investimenti sulla base dei soli dati storici valutando in primis la stabilità politica e sociale, lo stato delle finanze pubbliche, la qualità delle relazioni con le autorità nazionali e/o locali e i potenziali conflitti di interesse.
Specifiche polizze assicurative coprono il rischio di perdite patrimoniali derivanti da crisi politiche e finanziarie, ovvero da un cambiamento della politica del Paese ospitante.
La perdita sugli investimenti all’estero può essere però scollegata dalla situazione economica e politica di un Paese, così come dalle relazioni della singola azienda con le autorità locali. Le perdite possono infatti essere legate esclusivamente a un conflitto – sporadico o duraturo – tra il Paese nel quale si investe e il Paese d’origine dell’impresa, oppure possono derivare dall’imposizione di misure restrittive da parte di uno Stato terzo in grado di imporre sanzioni economiche extraterritoriali. Una situazione ben nota alle aziende presenti in Iran, le quali hanno dovuto cessare le loro attività dopo la reintroduzione delle sanzioni da parte degli Stati Uniti nel 2018.
Diventa pertanto essenziale per le aziende analizzare i rischi associati all’operatività internazionale prendendo in considerazione l’eventualità di misure restrittive applicate ai Paesi di destinazione degli investimenti. Anche la decisione di stipulare una polizza assicurativa deve tenerne conto, con particolare attenzione alla negoziazione di termini e condizioni di copertura ad hoc, al fine di gestire al meglio nuove situazioni di rischio legate all’imposizione di sanzioni commerciali.